Maria Rosaria Orlando Pittrice Italiana - Italian Painter

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DAL CATALOGO BIOTOS
Testo della Prof.ssa Rita Cedrini

Nella storia umana il bisogno di comunicare ha portato a tradurre i suoni in parole, a codificare i segni in alfabeto, a identificare ogni cosa con un nome. Questa esigenza ha segnato il passaggio dallo stato di natura alla cultura, dove i processi comunicativi si sono sempre più affinati fino a includere quelli artistici. Nata come mero fatto estetico volto ad abbellire oggetti del quotidiano, l’arte ha sviluppato moduli e cromie che hanno finito per esprimere la rappresentazione del mondo e dei modi di essere di etnie e comunità.
Nel corso del tempo, però,  da espressione della langue (collettività) l’arte si trasforma in espressione della parole (individuo) nel momento in cui nell’opera  è possibile rintracciare colui che l’ha realizzata.
E’ in questo passaggio che tecniche e scale cromatiche assurgono, amalgamandosi, a espressione della personalità dell’artista, della sua sensibilità, della sua visione del mondo - in altri termini della weltanschauung - dove la ricerca dell’io si fa continua irrequietezza di chi vuole e tenta di  andar oltre i confini della condizione umana. Un codice in più in cui ogni artista si cela e si rivela, si nasconde e si esprime per quell’ ancestrale bisogno di mettersi in relazione, ma al contempo di dire e di non dire.
Chi conosce Maria Rosaria Orlando identifica in lei il ritratto della solarità, della serenità gioiosa che si sprigiona da chi si schernisce delle proprie capacità. Le sue pitture parlano un linguaggio costruito attraverso la frequentazione della Scuola Libera del Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, sotto la guida del maestro Ninni Sacco; dal tema del “Ricordo” nasce quella che diverrà l’impronta forte dei suoi lavori: un’espressione figurativa nella parte superiore delle sue tele e un lessico informale nella parte inferiore.
Parlare di “un pittore”, come la stessa ama definirsi, è sempre un atto di arroganza, perché si scandaglia il lavoro per aver accesso alle pieghe del carattere, dei sentimenti, delle paure. Nel caso di Maria Rosaria Orlando sono le sue tele con il senso d’infinito, le sue carte pennellate con tratti morbidi a rivelare, al di là di un’apparente immediatezza, un universo complesso, dove la figura femminile talvolta si raccoglie su se stessa, quasi a volersi proteggere, dove la spazialità di distese, nel fondersi dell’insieme, si incupisce non appena lo sguardo scivola verso il basso della tela.
Nelle opere i Ricordi l’artista recupera un centro che sembra emergere, quando meno te lo aspetti, dall’armonia di un insieme, un centro che avviluppa, che si rabbuia talvolta per rinascere al bagliore di un solo tratto, talaltra per adagiarvisi, quasi in abbandono.
L’esigenza di entrare in contatto con realtà sedimentate nella memoria, diverse e talvolta lontane - dalla natia Ottaviano all’austera Torino, dall’ Aquila, a Siracusa, ad Agrigento, determina un fondersi di nostalgia, di rimembranze maturate qua e là,  dove il distacco e il rimpianto si fanno colore intristito da toni più scuri.
Gli  orizzonti infiniti,  sfumati nei caldi toni di aurora e tramonti, in una costante di azzurro che diventa leit-motiv di quelle tele, sembrano pencolare tra i paesaggi/ricordo e i ricordi/paesaggio: qui, si adagia il respiro quasi a  cogliere l’aria che da quella spazialità si eleva, per poi divenire turbamento, introspezione, equilibrio spezzato da una irruente forza che non si doma.
E’ il disagio di vivere di chi, con la sensibilità che non si lascia proteggere, affronta una quotidianità fatta di cadenzata razionalità dove non c’e spazio per sussulti emotivi e il ricordo, come sostiene l’artista, non è passato ma presente che diviene presenza.
Il passaggio dalla tempera e dall’acquerello all’attuale tecnica mista con olio e acrilico  è ricerca maturata nel tempo per la resa espressiva che la stessa plasticità, con morbidezze di colore, consente di rendere. E’ la materia che esprime l’impalpabile. Eppure la materialità dei dipinti sembra costituire ingombro per l’Orlando che preferisce interrompere ogni rapporto con le sue opere una volta ultimate, perché il desiderio di aggiungere parole non dette, ripensamenti meditati si tramutano in negazione dell’esistente.
Le tele divengono  così interpreti di questo nostro presente frettoloso, che nulla concede alla vita contemplativa perché immediata incalza l’ombra che, elevandosi dal basso, si impone minacciosa a ricordare che non c’è posto per le emozioni.
Figlia di un tempo che demanda alla produzione e al profitto il senso del suo scorrere, l’artista se ne distacca per non cedere al dictat. Ecco allora che i colori diventano armonico interrelarsi di calde pennellate che disegnano imprecisi confini tra cielo e terra, una terra poche volta assolata, più spesso impastata del suo stesso colore ancestrale, bruno, dalle cui viscere nasce il sogno. Sì il sogno, perché Maria Rosaria Orlando non fa programmi, ma sogna.
Il programma se non si realizza - sostiene l’artista - è una sconfitta, ha un peso enorme sulle scelte, sulle decisioni future. Il sogno lo si vive come tale, però può anche avverarsi. E’ tutta lì la differenza.
Nella vita di un’artista la realizzazione di una personale costituisce sempre un evento di grande rilevanza. Se l’iniziativa è promossa da un ente pubblico l’evento si trasforma in riconoscimento per l’impegno e l’attività di una vita. La personale di Maria Rosaria Orlando, voluta dalla provincia Regionale di Palermo, Assessorato alla Cultura, costituisce continuità di un impegno nella celebrazione di artisti del nostro tempo che, della cultura isolana, sono autorevoli testimoni.
 E’ il sogno che si avvera.

Maria Rosaria Orlando - alice@mariarosariaorlando.it - Tel: 06 66161356 - Cell: 333 4679167